Il prossimo maxi-aggiornamento per Windows 10 è in fase avanzata di finalizzazione. Si chiama Windows 10 20H2, Aggiornamento di Novembre 2020 e porta in dote il consueto carico di bugfix, ottimizzazioni e la risoluzione di un ampio ventaglio di problematiche d’ogni tipo. Per quanto riguarda le novità a più diretto contatto con l’utente, troviamo la sostituzione di Microsoft Edge “classico” con la nuova generazione basata Chromium, ulteriori perfezionamenti alle notifiche e i rettangoli (tiles) del menu Start, che ora rispettano i colori del tema. Ma c’è ancora spazio per altro: vediamo allora tutte le novità di Windows 10 20H2, Aggiornamento di Novembre 2020.

Questa generazione prende il nome di Windows 10 20H2: l’identificativo di versione è composta dalle prime due cifre dell’anno (20 per “2020”) e H2, cioè l’abbreviazione di half 2 ad indicare la seconda metà dell’anno.

I più attenti ricorderanno che 20H1 era il nome in codice della precedente iterazione, che poi è stata rilasciata con il nome di Windows 10 2004, ovvero le prime due cifre dell’anno “2020” seguite dal mese di Aprile (04). A partire dal nuovo Windows 10 20H2, però, Microsoft ha abbandonato la nomenclatura “anno-mese” mantenuto “20H2” anche per la versione finale: una scelta azzeccatissima, che io stesso auspicavo fosse adottata già con l’edizione della primavera scorsa.

Il nome “marketing” rimane invece in linea con il passato: “Aggiornamento di Novembre 2020”, periodo nel quale è iniziata la distribuzione al grande pubblico.

Buone notizie per tutti coloro che non amino gli aggiornamenti troppo “pesanti”. Windows 10 20H2, Aggiornamento di Novembre 2020, si presenta come un upgrade minore, decisamente meno “carico” del predecessore (Windows 10 2004 dell’Aprile 2020).

Lo stile ricorda da vicino quello stesso 1909 che avevamo ricevuto a novembre 2019. Come tale, il nuovo Windows 10 20H2 arriva tramite Windows Update come un tradizionale “Aggiornamento cumulativo”, ovvero quelli pubblicati con cadenza mensile. Non richiede dunque il gravoso processo di provisioning generalmente necessario per la migrazione a una nuova versione, ma solo l’elaborazione da pochi minuti durante il successivo riavvio: è lo stesso che capita di vedere ogni mese quando Microsoft pubblica gli update di sicurezza

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Video originale pubblicato da TurboLab.it su YouTube.

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