Tour delle Alpi e Slovenia in moto – Tour of the Alps and Slovenia by motorbike – 21 Passi Alpini / 21 Alpine passes
Benelli TRK 502 X

Partiamo o non partiamo? Questo è stato fino all’ultimo il nostro quesito per questa strana estata 2020.
Eh si, perché, come tanti, ci siamo trovati a combattere con, da una parte, la tanta voglia di tornare a viaggiare in lungo ed in largo dopo mesi di smart working, e, dall’altra, il pensiero di quanto fosse poi giusto quest’anno viaggiare.
La decisione finale arrivò mediando le due amletiche questioni ed optammo per un viaggio contenuto, possibilmente il più lontano dalle folle… abbandonando l’idea, almeno per quest’anno, di continuare l’esplorazione del Nord Europa.

Ma prima di svelarvi per intero l’itinerario, vi diciamo che la meta prescelta fu la Slovenia…
Ma come arrivarci? Con 5 ore di autostrada?! Mhh… noo! E cosi che gusto ci sarebbe?
Non sarebbe da noi!
Arriviamoci allora attraversando tutte le Alpi! Ecco, si! Questa ci parve subito la soluzione migliore!!

Finalmente potremo ammirare gran parte delle nostre meravigliose Alpi che ancora mai abbiamo visto prima!
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Episodio 3 (Giorno 6 e 7)

Altri due giorni di viaggio attraverso le Alpi con meta finale la Slovenia!
Attraverseremo altri 5 passi alpini: Passo di Costalunga, Passo Sella, Passo del Gardena, Passo Predil ed il Passo sloveno Vrsic (Moistrocca in italiano).
La sera del sesto giorno passeremo anche dal Ghiacciaio del Grossglockner, con una brutta sorpresa.
Incantevoli i paesaggi offerti dal Lago di Braies, Lago Predil ed il Lago di Bled, dove ci fermeremo una notte.
E finalmente, il settimo giorno di viaggio, entreremo in Slovenia!
Ma non sarà per niente un buon inizio per questa seconda parte di viaggio dedicata alle terre slovene!!

FaEmy On Bike

Link Hotel Vanda ad Irschen (un’ora dal Grossglockner – Austria):

Link appartamento Bled (Slovenia):

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Gli accessori da noi utilizzati:

Sedie pieghevoli:
Sacche stagne (noi usiamo 5,10,20 lt):

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Portapacchi bauletto:
Scottoiler V System (il nostro):
Scottoiler E System (elettronico):
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Valigia GIVI Trekker 46 lt (SX):
Valigia GIVI Trekker 33 lt (DX):
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Porta tel/nav aperto + Supporto:
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Sacche stagne (noi usiamo 5,10,20 lt):

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Partiamo o non partiamo? Questo è stato
fino all’ultimo il nostro quesito per questa strana estate 2020.

Eh sì perché come tanti ci siamo trovati a combattere
con da una parte la tanta voglia di tornare a viaggiare

in lungo ed in largo dopo mesi di smart working,

e dall’altra il pensiero di quanto fosse poi
effettivamente giusto quest’anno viaggiare.

La decisione finale arrivò mediando le due amletiche questioni,
ed optammo per un viaggio contenuto

possibilmente il più lontano dalle folle, abbandonando l’idea,
almeno per quest’anno, di continuare l’esplorazione del nord Europa.

Ma prima di svelarvi per intero l’itinerario vi diciamo
che la meta prescelta fu la Slovenia.

Ma come arrivarci? Con cinque ore di autostrada?

No eh…così che gusto ci sarebbe non sarebbe da noi!

Arriviamoci allora attraversando tutte le Alpi!

Ecco si! Questa ci parve subito la soluzione migliore!

Finalmente potremo ammirare gran parte delle nostre
meravigliose Alpi che ancora mai abbiamo visto prima!

Il risveglio di oggi è per noi il primo tra le maestose Dolomiti.

La fortuna avuta la sera prima nel trovare una stanza libera in un hotel

che, tra l’altro è gestito da un motociclista ed offre servizi dedicati a noi bikers,

l’abbiamo ancora più apprezzato durante la notte quando,
a causa di forti temporali, è addirittura saltata la corrente nella zona.

In tenda sarebbe stato alquanto sconfortevole!

Per la pioggia eh! Non per la corrente!

Riprendiamo la marcia ripassando al volo davanti al Lago di Carezza

che ritroviamo sommerso da turisti praticamente quasi
assenti la sera prima durante il nostro passaggio.

Impressionanti gli evidenti segni lasciati dalla Tempesta Vaia del 2018

che rase al suolo intere foreste danneggiando vastissime aree.

Ci vorranno decenni per poter rivedere nuovamente i fitti
boschi che contraddistinguevano fino ad allora queste zone.

Puntiamo quindi a verso il Passo Sella 2.210 
metri sul livello del mare

attraversando anche il Passo di Costalunga che divide il gruppo montuoso del Catinaccio da quello del Latemar.

Queste zone sono curatissime e lungo la strada 
si apprezzano abitazioni ed alberghi in stile tirolese

decorati con enormi quantità di fiori.

La zona si percepisce al sol passaggio essere molto turistica,

ma conserva comunque il suo caratteristico fascino.

Durante la salita verso il Sella ci imbattiamo 
nelle incredibili scenografie naturali

offerta dalle Torri del Sella e dal gruppo del Sassolungo.
Bbellissime vette dolomitiche.

Abbiamo già sul tempo di ammirare le cime frastagliate
del gruppo del Sassolungo prima che spariscano avvolte dalle nuvole.

Ci dirigiamo ora verso il Passo del Gardena,
2.121 metri sul livello del mare

che è immediatamente successivo al Sella e che
regala altrettanti impressionanti panorami dolomitici

tra il gruppo del Sella e del gruppo del Cir.

Attraversando la Val Badia rimaniamo nuovamente impressionati

dalla devastazione ancora ampiamente visibile
lasciata dalla Tempesta Vaia nell’autunno del 2018

con centinaia e centinaia di alberi abbattuti ed ancora non rimossi.

Giungendo a Brunico scorgiamo il suo
bel castello risalente al XIII secolo

e proseguiamo verso il Lago di Braies che raggiungiamo verso le 14

scoprendo però che il tratto finale di strada che vi conduce
è chiuso ai mezzi dei non residenti fino alle ore 15,

per moderare l’afflusso di turisti in estate,

e, puntuale come sempre, comincia a piovere!

Pioggia che non ci lascia tranquilli nemmeno durante la sosta al lago.

Il Lago di Braies è situato nell’omonima valle ed 
è divenuto famoso e molto affollato negli ultimi anni

grazie alla fiction televisiva “Un passo 
dal cielo” con Terence Hill ambientata proprio qui.

Questo specchio d’acqua regala un bellissimo 
scorcio di panorama tra le Dolomiti,

grazie anche alle sue acque verde smeraldo.

Sì ma quando c’è il sole!

Lasciato il lavoro per aver pagato un po’ troppo
per il parcheggio della moto

ci dirigiamo verso Lienz e, una volta attraversata,
iniziamo la salita verso la strada per il Grossglockner

la montagna più alta d’Austria con i suoi
3.798 metri sul livello del mare.

Purtroppo il tempo non è dei migliori

ma perlomeno essendo anche ormai sera il lato positivo
è che anche qui ci arriviamo praticamente da soli.

Per arrivare al Nationalparkplatz, che affaccia sul ghiacciaio,

bisogna percorrere una strada privata, purtroppo a pagamento.

Si giunge infatti in prossimità di un vero e proprio
casello al quale lasciamo la bellezza di 20 euro per potere entrare

e proseguire poi ancora circa 12 chilometri fino al ghiacciaio.

sarebbero stati addirittura 27 euro fossimo entrati prima delle 18!

Io ho la fortuna di esserci già stato da bambino
insieme alla mia famiglia, oltre 30 anni fa,

e di aver camminato sulla lingua del ghiacciaio al quale si
accedeva direttamente grazie alla funicolare tuttora operativa.

la cosa impressionante però è il tornarci oggi è constatare che
la funicolare che, un tempo ti portava direttamente sulla lingua del ghiacciaio,

ora ti faccia scendere tra le rocce, perché ormai il ghiacciaio
si è ritirato talmente tanto dall’essere lontanissimo dalla discesa della vettura

In luoghi come questo osservare così chiaramente gli effetti del cambiamento climatico fa davvero pensare.

Ritorniamo quindi verso valle che è ormai ora di cena

e ci dirigiamo verso l’hotel che abbiamo prenotato qualche ora prima.

Incappiamo in un vero e proprio nubifragio che ci fa arrivare
in stanza letteralmente zuppi d’acqua, allagando anche la hall dell’hotel.

Vista l’ora ormai tar ma ci prepariamo cena direttamente in 
camera, grazie al fornelletto da campeggio,

per poi piombare in un sonno profondo.

Durante la cena scambiamo anche qualche messaggio con una coppia di amici, Marco e Tiziana,

che ci scrivono che anche loro sono passati proprio
dal Grossglockner giusto qualche ora prima di noi.

Non ci siamo incrociati per un soffio!

Ma…controlla dalla finestra perché mi sa che ci stanno seguendo!

Passata una notte al caldo, l’indomani mattina ci 
prepariamo una buona colazione.

“Siamo ormai verso la Slovenia ma non ci facciamo mancare il 
latte della Valtellina!”

“Abbiamo i bauletti pieni!!”

Risate miste a spavento quando ad un tratto 
sento un gran tonfo provenire dal bagno!  

La vasca anni settanta del bagno in camera mi ha tradita!

Mi sono infatti esibita, durante la doccia,
in un doppio carpiato con atterraggio su un fianco!

Gran botta! Ve lo posso assicurare e per fortuna solo parecchie risate!

Tu forse! Io un po’ meno!

Ci rimettiamo in marcia con direzione a Klagenfurt.

Deviamo però, ad un tratto, in direzione Tarvisio,
nota località sciistica incastrata tra i confini austriaci e sloveni.

Prima di lasciare l’Austria e ritornare brevemente in Italia,
veniamo attratti da una stradina sterrata tra i boschi austriaci,

e ne percorriamo un tratto per immergerci 
in questa bellissima macchia verde.

Vabbè…fermiamoci qua va’!
Mica dobbiamo andare a cercare gli orsi!

Oltrepassata la cittadina di Tarvisio ci 
imbattiamo poco dopo nelle Cave del Predil, 

che danno anche il nome al borgo sottostante, 
per l’appunto Cave del Predil.

Questa frazione, sottostante le cave, deve la sua esistenza 
proprio alla miniere di piombo e zinco.

Era infatti principalmente abitata da chi ci lavorava.

Proseguiamo fino all’incantevole Lago del Predil dove sostiamo per prepararci uno di quei nostri esili panini.

Il verde smeraldo delle sue acque circonda anche un piccolo isolotto

che conferisce ancora maggior fascino a questo lago 
montano, situato ancora nel territorio di Tarvisio.

Poco più avanti oltrepassiamo il Passo del Predil,
nelle Alpi Giulie, a 1.156 metri sul livello del mare.

Passo che è a cavallo del confine tra Slovenia ed Italia.

Entriamo quindi finalmente in Slovenia e ci imbattiamo
immediatamente in lavori in corso lungo la strada.

Poco dopo, a causa di altri lavori, ci fermiamo ad un semaforo rosso

che passa al verde proprio nel momento
in cui spegniamo il motore.

Nel riaccenderanno velocemente, senza attendere
correttamente l’avvio della strumentazione,

quest’ultima decide di andare in tilt!

Come lo capiamo?

Semplice! Dal fatto che inizia a segnare, per qualche
secondo, una velocità di 499 chilometri orari.

E, in tutta onestà, noi mai e poi mai abbiamo
superato i 400 all’ora nei nostri viaggi!!

Benvenuti in Slovenia!

O boja fauss!
Benny vorrà mica dirci qualcosa?

Ah mi sai nen!

Proseguiamo fino a Kluže dove una gran folla di persone affacciate 
ad un ponte ci incuriosisce alquanto ed effettuiamo una sosta.

Restiamo sbalorditi da un alto e stretto canyon attraversato
dal fiume Koritnika e dalle sue limpide acque color verde brillante.

Vi è anche un forte, il Forte di Kluze che,
originariamente fu eretto nel 1472

con il probabile scopo di difesa del Friuli contro i Turchi.

La fortezza venne poi abbattuta in periodo napoleonico, per poi essere ricostruita dagli austriaci alla fine del XIX secolo.

Procedendo verso il Passo Vršič (…boh…si dirà così?)
Moistrocca in italiano,

facciamo una piccola deviazione vedendo un cartello
indicare un altro piccolo canyon.

Dopo poche centinaia di metri giungiamo ad un piccolo
ponte che passa sul fiume Soča, Isonzo in italiano.

Decidiamo quindi di sostare brevemente per qualche foto e 
mi appresto a far manovra per parcheggiare la moto

“Vuoi che scenda?”
“No tranquilla, è un attimo! Faccio inversione lì dove c’è la sabbia, le pietre…”

“Oh ti giuro non ero mai caduto!”
“Mai eh!”

“Ho male qua, qua, qua tanto, qua…”

“L’importante è non essersi fatti male”

“Ehm…non è come sembra!”

“Sarà, ma sei pure finito su una rivista mentre cadevi!”
“Eh ma ero terzo eh!”

“E comunque ho sempre avuto 
il sostegno e la fiducia degli amici!”

“Speriamo che vada bene!”

“Posizione?”

“39°…su 40!”

“E soprattutto l’ho sempre presa con filosofia!”

Vabbè in ogni caso abbiamo battezzato anche Benny!

Per fortuna, grazie alle orecchie paramotore ed
alle borse laterali, i danni sono praticamente inesistenti

e per fortuna anche noi rimaniamo interi!

“Ma si dai, può capitare!”

“Devo mica ricordarti tutte le volte che hai
dimenticato il bloccadisco?”

“Vabbè erano altre moto dai!”

“Dove eravamo rimasti?”

Ci rimettiamo in marcia e…tombola! Inizia pure a piovere!

Nell’indossare gli anti pioggia avverto qualche dolore al torace.

Mi sa che cadendo sono atterrato sulle pietre
a bordo strada! Lividi assicurati!

Per fortuna invece Faezeh non accusa alcun dolore.

Arriviamo sotto la pioggia alla salita che porta al Passo Vršič

1.611 metri sul livello del mare,
e ci prende un corpo leggendo il cartello 49° tornante!

Quale migliore condizione per affrontare questa strada se non
sotto la pioggia, nervosi per la caduta, e con qualche dolore?

Fortunatamente i 49 tornanti indicati erano 
comprensivi di salita e discesa dal versante opposto. 

Ma allora è una passeggiata!

e per non renderla così banale hanno pensato bene di realizzare i tornanti del versante nord

in lisci sanpietrini che con la pioggia sono una goduria.
Sembra di guidare sul ghiaccio!

Il Passo Vršič, tradotto in sloveno, piccola montagna,
prende il nome dall’omonimo monte situato a est del passo.

Durante la discesa scorgiamo anche la Cappella Russa
che però non visitiamo per via della pioggia.

E’ una cappella di legno costruita dai prigionieri russi
durante la Prima Guerra Mondiale

costretti ai lavori forzati dall’esercito dell’impero austro ungarico.

Giungiamo quindi a Kranjska Gora, località vicino
alle montagne e ai laghi glaciali del Monte Triglav,

tricorno in italiano, cima più alta delle Alpi Giulie e
della Slovenia, 2.864 metri sul livello del mare.

Imbocchiamo, come da itinerario da noi preparato, una bella
stradina immersa nei boschi che ci porta a ridosso di Bled.

Arriviamo alle spalle del castello posto sulla rocca che sovrasta il Lago di Bled, che raggiungiamo poco dopo.

Il colpo d’occhio è incantevole grazie anche all’Isola 
di Bled, unica isola naturale della Slovenia,

che ospita alcuni edifici tra cui la Chiesa
di Santa Maria Assunta risalente al XV secolo.

L’idea sarebbe di proseguire ancora
ma i dolori al torace sono aumentati,

e decidiamo pertanto di cercare una
sistemazione per la notte nei pressi del lago.

Troviamo piuttosto velocemente un bellissimo appartamento non troppo costoso e a pochi minuti a piedi dal lago.

“Stasera è andata un po’ male.”

“Abbiamo prenotato su Booking…accoglienza pessima…”

“…appartamento terribile”

“Niente…una schifezza proprio…”

“Mi sa che restituiamo le chiavi!”

“Vabbè, questo è per per salvar la giornata
vista la caduta da fermi rovinosa…”

L’accoglienza è squisita con addirittura il garage
datoci in esclusiva per la moto

e due calici di vino prodotto dalla medesima famiglia proprietaria della casa

che abbiamo apprezzato davvero tanto!

Eh si, si vede!

“Sto ammirando il Castello di Bled.”

“Il castello…sotto il mio dito.”

“Ma è sopra!”

Sistemati i bagagli lasciamo l’appartamento
per una passeggiata serale lungo il lago

che, anche di notte, offre uno splendido e romantico scenario.

Per certi versi anche un po’ tenebroso!

Ci sarà mica anche qui un mostro del lago?

Ma no è solo un luccio!

Rientrati in appartamento ci prepariamo la cena e dal balcone ammiriamo uno spettacolare cielo terso ricco di stelle e con la Via Lattea visibile.

Un cielo che con lo smog di Torino ci sogniamo.

Domani proseguiremo verso la capitale, Lubiana.