Viene considerata la donna più bell’arte dell’arte, e sicuramente era la dea più bella di tutte. Nata dalla schiuma del mare e arrivata su una conchiglia sull’isola di Cipro perchè spinta dal vento di Zefiro, la Venere del Botticelli è di sicuro uno dei più bei capolavori della storia dell’arte italiana.

Oggi scopriamo la Nascita di Venere di Sandro Botticelli del 1485.

Questo dipinto così coinvolgente e spettacolare è secondo me pieno di movimento ma di delicatezza e armonia al tempo stesso. Rappresenta l’arrivo di Venere, dea romana dell’amore, della bellezza e della fertilità, sull’isola di Cipro. Tutt’intorno a lei ci sono segni della primavera, che è un periodo di nuovi inizi e di rinascita. La Venere di Botticelli incarna l’ideale rinascimentale della bellezza. E quello che la rende così affascinante è sicuramente la sua posa e la sua posizione a destra al centro della composizione perfettamente bilanciata. braccia e gambe sono allungate, le sue spalle sono inclinate e le sue forme sono arrotondate e sensuali. C’è qualcosa di davvero speciale in lei, quasi davvero divino

Il dipinto viene probabilmente commissionato da un membro della ricca famiglia dei Medici di Firenze, Lorenzo di Pierfrancesco, il cugino di Lorenzo il Magnifico per la sua villa a Castello vicino a Firenze. Ovviamente un personaggio colto, che ha grande familiarità con le storie della mitologia classica greca e romana e con la filosofia di Platone, quindi la Venere di Botticelli può essere vista come la manifestazione fisica di una bellezza divina e perfetta.

La protagonista femminile di quest’opera è ovviamente la Venere. La dea appena nata dalla schiuma del mare secondo Esiodo o da una conchiglia secondo Omero sta arrivando adesso a Cipro nuda e ovviamente adulta in tutta la sua bellezza. Proprio per questo nasce spontaneo pensare che il titolo la Nascita di Venere sia un po’ fuorviante in quanto il tema è più vicino al momento successivo alla sua nascita.

Botticelli probabilmente trae ispirazione per la posizione della sua Venere da un’antica figura in marmo della collezione dei Medici: una copia romana della Venere dello scultore greco Prassitele, famosa anche come Afrodite di Cnido. Anche per questo si pensa che siano stati proprio loro a commissionare l’opera.

Alla sinistra della Venere di Botticelli volano del vento delle rose di colore rosa, ognuna con un cuore d’oro e delle foglie dorate. La rosa infatti da sempre conosciuta come il fiore di Venere. simbolo dell’amore perché bella e profumata ma, con spine che possono provocare dolore. Come fiore viene utilizzato anche a volte per rappresentare la fertilità.

La figura femminile a destra di Venere è generalmente identificata come Flora, la dea dei fiori, che sembra essere vestita in maniera molto simile alla Primavera di Botticelli. Un’opera che si pensa possa esssere stata commissionata nello stesso periodo come compagna di questa.

Flora è una figura allegorica, quindi rappresenta più un concetto che una vera e propria presenza. Rappresenta infatti la primavera, il tempo della rinascita. Attorno al collo porta foglie di mirto, albero sacro a Venere. Il suo vestito è tempestato di fiordalisi e indossa una cintura una specie di fascia di rose. Ci sono anche altri fiori primaverili sul suo mantello rosa che sta porgendo alla Venere nuda per coprirla.

Alla sinistra di Venere ci sono altri due personaggi. Una è la personificazione del vento di ponente, il dio greco alato Zefiro che porta soffiando movimento alla scena. Le sue guance sono gonfie e mentre soffia il mare si increspa e le onde portano Venere verso la riva. Abbracciata a lui c’è una donna, probabilmente Clori, una ninfa mortale rapita da Zefiro per essere la sua amante e sposa.
Nel passaggio dalla mitologia greca a quella romana però clori viene successivamente trasformata nella dea Flora, che a livello di composizione controbilancia alla destra del pinto queste due figure in volo.

Sezioni del video

00:00 Intro
00:28 Analisi
01:08 Collezione
02:07 Dettagli
05:55 Tecnica

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